Io nella mia vita sono sempre stato un ottimo allievo ma un pessimo discepolo.
Ho sempre cercato di imparare, ogni volta che vedevo qualcuno che sapeva o faceva cose che io non conoscevo o non ero capace di fare mi mettevo di impegno per “carpire” quella conoscenza.
Ho girato il mondo in cerca di qualcosa che sentivo era lì, vicino a me, ma che non riuscivo a cogliere, frequentando scuole, comunità di vari Maestri spirituali, i corsi più disparati, e, incredibilmente, più trovavo o ero convinto di trovare, più i miei dubbi aumentavano.
Ora leggo sempre più spesso che “Il vero Maestro è dentro di noi”, che “dobbiamo essere noi stessi senza farci condizionare da nessuno”, che “se siamo in contatto con il nostro cuore allora conosciamo la verità e siamo liberi”.
Tutto vero, non fraintendetemi, tutto assolutamente vero.
Solo che, contemporaneamente, queste affermazioni sono la più grande trappola in cui la nostra mente ci farà cadere.
Qualcuno in un post qui si FB ha scritto che “Non si ha alcun bisogno di Maestri, e quindi io faccio sempre quello che mi pare”, affermazione che riguarda un sentimento che pare piuttosto comune, ma pericolosissima.
Tutti noi conosciamo Shakespeare, tutti noi abbiamo letto o visto qualcosa in TV o al cinema scritto da lui, un genio immenso e immortale, che ha arricchito il mondo, ma chi ha mai sentito parlare del suo insegnante delle elementari?
Eppure, se qualcuno non gli avesse insegnato a scrivere, ci avrebbe lasciato le sue opere immortali?
Forse si, o forse no, senza un Maestro, se fosse vissuto in qualche campagna sperduta, lavorando i campi per 18 ore al giorno, cosa tra l’altro piuttosto comune ai suoi tempi, che fine avrebbero fatto Romeo e Giulietta?
Certo, insegnare l’alfabeto e la grammatica non è la stessa cosa che scrivere la Divina Commedia, ma non parte forse tutto da lì?
Tutti noi abbiamo bisogno di Maestri, anche un falso maestro può darci una lezione utile, può insegnarci qualcosa, fosse anche cosa non fare, abbiamo bisogno di specchi per riconoscere noi stessi, abbiamo bisogno di lavagne su cui scrivere la nostra storia.
Poi possiamo lasciar cadere tutto perché c’è di più, molto di più.
Perché il nostro vero Maestro è dentro di noi, ma è nel silenzio della nostra mente, nella quiete della nostra anima.
Non è nemmeno un sussurro, non è una vocina che dobbiamo sforzarci per udirla bene, è silenzio, puro silenzio.
La comunicazione col nostro Maestro interiore, o col nostro cuore, se vi piace di più, è puro silenzio.
Quindi, come trovarlo nel caos assordante della nostra mente?
Quanti falsi maestri compaiono ogni attimo nella nostra mente pretendendo di essere quello vero?
Quante volte seguiamo emozioni non nostre, pensieri non nostri, sensazioni non nostre, credenze non nostre, convinti di essere sul giusto sentiero, nel nostro cuore, nella Verità?
Nello Zen si dice che “la mente è un occhio che vede, ma non può vedere se stesso, una spada che taglia, ma non può tagliare se stessa”, se agiamo con la mente sulla mente, come potremmo sfuggire ad una immensa confusione?
Ascoltiamo le parole di un Maestro, uno qualsiasi, scegliete voi, ce ne sono migliaia, va bene comunque.
Ci piace ciò che dice? E’ una trappola della mente.
Non ci piace ciò che dice? E’ una trappola della mente.
“Guarda come è interessante…” forse stiamo creando spazio dentro di noi.
Perché un vero Maestro che incontriamo sulla nostra strada non deve mettere nulla dentro di noi, ma toglierci tutto ciò che ci impedisce di trovare e riconoscere quel silenzio che è la nostra vera natura.
Michelangelo non scolpiva le sue statue, toglieva il marmo in più che le copriva.
Abbiamo una idea di come dovremmo essere? E’ una trappola della mente.
Abbiamo una qualche sensazione abbinata al nostro “sentirci nel cuore”? Ci sentiamo in pace, in beatitudine, in armonia col tutto? E’ una trappola della mente.
Credete in ciò che state leggendo n questo momento? E’ una trappola della mente.
Perché nel silenzio e nel cuore non “si è” in qualche modo, “si è” e basta.
Se ci “sentiamo” in qualche modo, siamo nella mente.
Che va bene, non facciamo guerre, va bene, è la nostra vita, le nostre sensazioni, le nostre emozioni, il fuoco della rabbia, la profondità della tristezza, la libertà delle lacrime, la luce di una risata, va bene, siamo noi, ma facciamo attenzione a non scambiare ogni pezzo che vediamo per il puzzle intero.
Perché siamo tutti sul sentiero, e ad ogni passo scopriamo qualcosa che la nostra mente ci farà vedere com un grande risultato, la meta finale, ma se invece tutto questo, anche queste poche parole su di un monitor generassero qualche dubbio dentro di noi che forse può esserci qualcosa di diverso da ciò che abbiamo conosciuto, provato, sentito, creduto fino ad ora, allora l’augurio per tutti è quello di continuare, l’augurio è di un buon viaggio “da qui a qui”.
Non viaggiate da soli, siete in tanti…
Ah, a proposito, ci sono anche io… (Daniele T.)
Ho sempre cercato di imparare, ogni volta che vedevo qualcuno che sapeva o faceva cose che io non conoscevo o non ero capace di fare mi mettevo di impegno per “carpire” quella conoscenza.
Ho girato il mondo in cerca di qualcosa che sentivo era lì, vicino a me, ma che non riuscivo a cogliere, frequentando scuole, comunità di vari Maestri spirituali, i corsi più disparati, e, incredibilmente, più trovavo o ero convinto di trovare, più i miei dubbi aumentavano.
Ora leggo sempre più spesso che “Il vero Maestro è dentro di noi”, che “dobbiamo essere noi stessi senza farci condizionare da nessuno”, che “se siamo in contatto con il nostro cuore allora conosciamo la verità e siamo liberi”.
Tutto vero, non fraintendetemi, tutto assolutamente vero.
Solo che, contemporaneamente, queste affermazioni sono la più grande trappola in cui la nostra mente ci farà cadere.
Qualcuno in un post qui si FB ha scritto che “Non si ha alcun bisogno di Maestri, e quindi io faccio sempre quello che mi pare”, affermazione che riguarda un sentimento che pare piuttosto comune, ma pericolosissima.
Tutti noi conosciamo Shakespeare, tutti noi abbiamo letto o visto qualcosa in TV o al cinema scritto da lui, un genio immenso e immortale, che ha arricchito il mondo, ma chi ha mai sentito parlare del suo insegnante delle elementari?
Eppure, se qualcuno non gli avesse insegnato a scrivere, ci avrebbe lasciato le sue opere immortali?
Forse si, o forse no, senza un Maestro, se fosse vissuto in qualche campagna sperduta, lavorando i campi per 18 ore al giorno, cosa tra l’altro piuttosto comune ai suoi tempi, che fine avrebbero fatto Romeo e Giulietta?
Certo, insegnare l’alfabeto e la grammatica non è la stessa cosa che scrivere la Divina Commedia, ma non parte forse tutto da lì?
Tutti noi abbiamo bisogno di Maestri, anche un falso maestro può darci una lezione utile, può insegnarci qualcosa, fosse anche cosa non fare, abbiamo bisogno di specchi per riconoscere noi stessi, abbiamo bisogno di lavagne su cui scrivere la nostra storia.
Poi possiamo lasciar cadere tutto perché c’è di più, molto di più.
Perché il nostro vero Maestro è dentro di noi, ma è nel silenzio della nostra mente, nella quiete della nostra anima.
Non è nemmeno un sussurro, non è una vocina che dobbiamo sforzarci per udirla bene, è silenzio, puro silenzio.
La comunicazione col nostro Maestro interiore, o col nostro cuore, se vi piace di più, è puro silenzio.
Quindi, come trovarlo nel caos assordante della nostra mente?
Quanti falsi maestri compaiono ogni attimo nella nostra mente pretendendo di essere quello vero?
Quante volte seguiamo emozioni non nostre, pensieri non nostri, sensazioni non nostre, credenze non nostre, convinti di essere sul giusto sentiero, nel nostro cuore, nella Verità?
Nello Zen si dice che “la mente è un occhio che vede, ma non può vedere se stesso, una spada che taglia, ma non può tagliare se stessa”, se agiamo con la mente sulla mente, come potremmo sfuggire ad una immensa confusione?
Ascoltiamo le parole di un Maestro, uno qualsiasi, scegliete voi, ce ne sono migliaia, va bene comunque.
Ci piace ciò che dice? E’ una trappola della mente.
Non ci piace ciò che dice? E’ una trappola della mente.
“Guarda come è interessante…” forse stiamo creando spazio dentro di noi.
Perché un vero Maestro che incontriamo sulla nostra strada non deve mettere nulla dentro di noi, ma toglierci tutto ciò che ci impedisce di trovare e riconoscere quel silenzio che è la nostra vera natura.
Michelangelo non scolpiva le sue statue, toglieva il marmo in più che le copriva.
Abbiamo una idea di come dovremmo essere? E’ una trappola della mente.
Abbiamo una qualche sensazione abbinata al nostro “sentirci nel cuore”? Ci sentiamo in pace, in beatitudine, in armonia col tutto? E’ una trappola della mente.
Credete in ciò che state leggendo n questo momento? E’ una trappola della mente.
Perché nel silenzio e nel cuore non “si è” in qualche modo, “si è” e basta.
Se ci “sentiamo” in qualche modo, siamo nella mente.
Che va bene, non facciamo guerre, va bene, è la nostra vita, le nostre sensazioni, le nostre emozioni, il fuoco della rabbia, la profondità della tristezza, la libertà delle lacrime, la luce di una risata, va bene, siamo noi, ma facciamo attenzione a non scambiare ogni pezzo che vediamo per il puzzle intero.
Perché siamo tutti sul sentiero, e ad ogni passo scopriamo qualcosa che la nostra mente ci farà vedere com un grande risultato, la meta finale, ma se invece tutto questo, anche queste poche parole su di un monitor generassero qualche dubbio dentro di noi che forse può esserci qualcosa di diverso da ciò che abbiamo conosciuto, provato, sentito, creduto fino ad ora, allora l’augurio per tutti è quello di continuare, l’augurio è di un buon viaggio “da qui a qui”.
Non viaggiate da soli, siete in tanti…
Ah, a proposito, ci sono anche io… (Daniele T.)
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